LORENZO DIANA: "La criminalità si combatte "in Rete"

 Oggi, lunedì 21 novembre sarà il “No usura day” una giornata intera dedicata al dibattito contro l’usura, il racket e la criminalità organizzata. Promossa dalla “Rete per la legalità” coordinata da Lorenzo Diana l’iniziativa che avrà luogo dalla mattina presso la provincia di Roma metterà a confronto autorevoli esponenti del mondo politico, economico, associativo. E le tante vittime che hanno denunciato. “Ma sarà anche l’occasione – afferma Diana intervistato da Articolo21 – per presentare la nostra nuova proposta di legge di iniziativa popolare sull’usura e per chiedere alcuni precisi impegni al nuovo governo”.

Cominciamo con un bilancio dei 17 anni di berlusconismo sul fronte della lotta alla mafia e del rispetto della legalità
Il bilancio è negativo. La caduta del governo Berlusconi corrisponde anche ad una nuova presa d’atto che il nostro paese non può essere più tenuto nel livello di illegalità in cui è stato in questi anni, con un governo che provava un vero e proprio fastidio per le regole.

Cosa ha bisogno l’Italia per risanarsi e ritrovare credibilità
?
Deve innalzare l’asticella della legalità nelle relazioni sociali ed economiche e nelle istituzioni.

Il nuovo ministro dell’Interno è un ex prefetto che aveva rapporti consolidati con le organizzazioni antiracket. E’ di buon auspicio?
Sì, ma da ministro gli ostacoli e le difficoltà saranno gigantesche. Sarà fondamentale che si caratterizzi come una figura che si fa carico di un forte senso dello Stato e capace di interagire con quanti negli anni hanno combattuto, nelle istituzioni e nella società civile, a combattere contro il malaffare.

A Milano è in corso un maxi processo che coinvolge 119 imputati. L’accusa è di aver creato e favorito una vera e propria colonizzazione della ‘ndrangheta in Lombardia fatta di decine di cosche che si sono rese responsabili di episodi criminali, di usura, di racket. Si conferma che il fenomeno è sempre più vasto geograficamente….
E’ la “profezia” della cosiddetta ‘linea delle palme’ di Leonardo Sciascia che oltre 40 anni fa affermava che “così come le palme, da piante esotiche, troveranno nuovi terreni fertili verso il nord del pianeta su cui mettere radici man mano che il clima diventerà più caldo, così la mafia risalirà la Penisola” (1971, intervista di Gianpaolo Pansa, ndr).
Le maxi operazioni di arresti di mafiosi da Milano a Torino, le violenze e gli assassini di Roma e dintorni dimostrano che non c’è più regione o città che siano isole felici. La mafia riguarda l’intero Paese ed è per questo che la lotta alla criminalità deve diventare una priorità nell’agenda del governo nazionale e del Paese.

Non lo è stato fino ad oggi? Eppure da Berlusconi ad Alfano a Maroni sono stati sbandierati risultati esaltanti…
Alcuni colpi sono stati inferti e molti criminali arrestati, grazie soprattutto all’impegno della magistratura e delle forze di polizia. Ma ben poco si è fatto per evitare che le organizzazioni mafiose penetrassero tanti comparti della società e dell’economia. Oggi la principale banca del Paese è quella delle mafie che hanno così tanto denaro liquido da poter acquisire grandi aziende, turbare il mercato e stravolgere la vita economica del Paese.

Da quali settori si deve cominciare?
Dagli appalti, basti pensare che fine abbiano fatto gli interventi di ampliamento sulla più grande opera pubblica del sud, la Salerno-Reggio Calabria, finiti essenzialmente nelle mani dei clan e delle organizzazioni mafiose. Il risanamento economico deve partire dalla sconfitta delle mafie. Senza questa precondizione nessuno sviluppo del Mezzogiorno (e non solo) è possibile. E parlo di sconfitta non di semplice contrasto della mafia. Non si tratta di contenerne la crescita ma sradicare completamente questa mala pianta che rappresenta la principale zavorra che impedisce lo sviluppo di una delle maggiori economie del mondo.

Magistratura e forze di polizia ce la mettono tutta…
Si ma con quali strumenti a disposizione e con quale sostegno? E soprattutto in quale clima dal momento che in questi ultimi anni non c’era giorno che i magistrati non subivano gli attacchi del governo?

Berlusconi ancora pochi giorni fa è tornato sul tema delle intercettazioni chiedendo ancora una volta una legge che ne limiti drasticamente l’uso.
Indecente. Ormai non c’è magistrato o procura che possa fare a meno delle intercettazioni. Oggi, rispetto al passato sono diminuiti i collaboratori di giustizia e quei pochi spesso non forniscono elementi di grande utilità. La maggioranza delle indagini si fonda pertanto sulle intercettazioni; già questo basta per chiedere che non ci siano colpi di spugna. Ed è insopportabile vedere i potenti di turno che non appena vengono sfiorati dalle intercettazioni reclamano subito l’eliminazione di questo strumento investigativo fondamentale.

Per poi attaccare i giornali che le pubblicano e chiedere magari il carcere per i cronisti…
Esatto. Ed é altrettanto grave perché senza una informazione seria ed autonoma la mafia non si combatte. L’informazione è quella lampada perennemente accesa senza la quale in una stanza buia non si vedrebbe alcunché. Serve a far diventare prioritarie cose che precedentemente non lo erano. Serve per non lasciare sole le vittime ma anche per mettere in rete sinergicamente le varie energie sane della società e delle istituzioni.

Lunedì a Roma si parlerà di criminalità al “No usura day” promosso dalla Rete per la legalità. Cos’è innanzitutto questo progetto?
La rete è nata per mettere insieme tante associazioni impegnate a sostegno delle vittime di usura e racket, per non lasciarle sole e dare loro più forza. Ma non nasce solo per essere uno strumento per le vittime che hanno denunciato ma per dare forza alle vittime che non hanno mai deciso di denunciare perché spaventate, ricattate, o rassegnate…

Quanti sono coloro che denunciano?
Quelli che sono usciti allo scoperto sono circa 5mila su un milione… Su 5 milioni di ditte con partite iva un quinto e cioè un milione subisce direttamente o indirettamente il peso del racket. Ci sono centinaia di migliaia di italiani che vivono la morsa dell’usura…

Servono nuove leggi?
Serve innanzitutto far rispettare quelle che ci sono. Noi poi, lunedì, presenteremo una nuova legge di iniziativa popolare sull’usura affinché sia finalmente considerato un fenomeno di credito illecito e abusivo e si possa procedere anche a misure patrimoniali nei confronti degli usurai mentre oggi in molti processi gli usurai la fanno franca e le vittime pagare costi enormi.