MARCO TRAVAGLIO: "Raiperunanotte. Gli abbiamo smontato il giocattolo della censura"

Mancano poche ore alla serata in diretta dal Paladozza di Bologna. Michele Santoro, Marco Travaglio, Vauro e la squadra di “Anno zero” dopo il provvedimento che ha deciso la sospensione dei talk show (oltre ad “Anno Zero” anche “Ballarò”, “Porta a Porta”, “l’Ultima parola”) hanno organizzato una serata speciale per la liberta d’informazione. Tante le tv, i siti internet e i blog che seguiranno in diretta l’evento. Maxischermi in 180 piazze d’Italia. Anche a Porano, nel teatro Santa Cristina, a partire dalle ore 21. Intervista a Marco Travaglio.

Questa sera siete a Bologna con “Raiperunanotte”. Ieri le ultime polemiche di una parte del mondo politico. Uno degli attacchi più ricorrenti:  “Santoro e Travaglio danneggiano l’azienda”
Danneggiamo l’azienda? E’ l’azienda che si danneggia da sola mandando a spasso le trasmissioni di approfondimento politico proprio nel mese in cui ce n’è più bisogno, perché si è alla vigilia delle elezioni e i cittadini hanno maggior bisogno di informazioni. Se poi uno trova un buco dove parlare lo stesso davvero non si capisce  dove sia il danno. Se l’azienda pensa di aver fatto il proprio interesse manderà in onda programmi talmente strepitosi per il pubblico che nessuno guarderà Raiperunanotte. Se non sarà capace di farlo vorrà dire che l’azienda stessa si è danneggiata da sola.

L’altra accusa: “non fanno informazione né comunicazione ma solo propaganda politica”
Propaganda? E a chi ? A quale partito? Propaganda è quella che il Pdl fa nei suoi telegiornali di regime, noi facciamo i giornalisti che è una cosa un po’ diversa! Comunque penso siano molto nervosi, essenzialmente per due motivi: primo perché gli abbiamo smontato il giocattolo della censura. Secondo perché facciamo una trasmissione molto attesa (tante tv la riprenderanno e poi su internet e 180 piazze, addirittura all’estero) e… senza politici!! Questo credo li mandi completamente al manicomio. Fare informazione televisiva senza esponenti politici li fa diventare pazzi e questo per noi è motivo di grande soddisfazione!

Qualcuno magari si mangerà le mani pensando che avreste fatto meno clamore se i talk show fossero andati in onda
Sicuramente ma con una riflessione: non so gli altri, ma se fosse andato in onda Anno zero non avrebbero potuto mentire così spudoratamente sulla presentazione delle liste del Lazio, sul decreto salva liste, sullo scandalo di Trani. Hanno potuto beneficiare di un mese di black out e raccontare balle a volontà senza essere smentiti, quindi nel complesso gli è convenuto.

Di sicuro hanno accresciuto l’attesa di questa serata
Senza dubbio, e cercheremo di rivoltare la frittata delle verità di regime che hanno servito agli italiani in questo mese. E potrebbe servire a qualcuno per capire come erano andate veramente le cose

Una serata Rai fuori dalla Rai. Questa iniziativa può rappresentare un precedente?
Sì! Perché siamo alle prove generali di un regime ancora più ottuso. Questo era un mese di prova per vedere se si può chiudere tutto senza suscitare reazioni. Il fatto che ci sia stata una reazione tra giornalisti peraltro molto diversi e spesso anche in polemica tra loro, e che a questa reazione abbia fatto seguito una diffusa reazione del pubblico, è già un precedente. Sanno che non possono fare impunemente quello che vogliono perché a un certo punto la gente si ribella.
L’altro precedente è che grazie alle nuove tecnologie, alle tv via internet, ai blog, a facebook, a questa federazione improvvisata di televisioni locali che si collegheranno, alla tv di Al Gore e non dimentichiamo, lo dico anche se ci sono coinvolto, a “Il Fatto Quotidiano” che sponsorizza la manifestazione si è potuto dimostrare che c’è una scialuppa di salvataggio nel caso in cui tentino di affondare la nostra barca. C’è un posto dove andare a raccontare le cose anche con il mezzo televisivo. Ed è molto importante.

Nel 2002 non fu così
Purtroppo no.  E l’editto bulgaro passò dopo qualche giorno di polemiche quasi inosservato e non ebbe conseguenze. Stavolta devono sapere che c’è una reazione e un’alternativa quindi: o ripristinano le condizioni di minima decenza nelle tv pubblica o c’è un altro posto dove andare a fare servizio pubblico. Perché questo è, servizio al pubblico! Noi rispondiamo solo ai telespettatori, e per la carta stampata ai nostri lettori. Loro sono gli unici nostri editori, non i partiti. Se ne devono fare una ragione. Sta cambiando tutto e loro non se ne sono resi conto.

Cda Rai, Agcom, Commissione di Vigilanza… C’è da dire che sono tanti gli organismi che analizzano,  denunciano, vietano…
Fosse per me non ce ne dovrebbe essere nessuno: se uno viola la privacy è vietato, se uno viola i segreti è vietato, se uno diffama è vietato. Se ne occupino i tribunali, gli altri sono tutti tribunali dei partiti che non hanno nessuna autorità per giudicare il lavoro dei giornalisti.

Hai pubblicato di recente un nuovo libro dal titolo “Ad personam”. Cosa serve per superare questa consuetudine politica nel legiferare, per l’appunto, ad personam e ad aziendam? Più rispetto per le leggi? Leggi nuove? Ricambio della classe politica?
Serve più informazione. Con una informazione più documentata e aggressiva sul potere, il potere è costretto a cambiare oppure i cittadini sono costretti a cambiare i propri rappresentanti. Per uscire da questo stato di anestesia totale in cui l’informazione di regime tiene il paese.

(Stefano Corradino – www.articolo21.org)