Monopolistico, megalomane e… puzzone

“E’ ora di conquistarmi questi stupidi deficienti. Comprerò tutti i mezzi di informazione e così cambierò l’opinione pubblica su di me”. A chi appartiene la sorprendente asserzione? A mister B. vecchio, stempiato e decadente magnate che non si rassegna allo scorrere del tempo e ricorre a ritocchi facciali per apparire giovane e vigoroso. Mentre è seduto sulla sua poltrona con accanto uno dei suoi servi prediletti accende la tv. Qualcuno sullo schermo non gli risparmia critiche. Inferocito si alza ed esclama “Voglio diventare proprietario di un impero mediatico!”.  

Mister B. è un nuclearista convinto, dedito ad affermare il primato delle centrali atomiche. Per lui le energie alternative non sono solo inutili ma dannose per la salute. B. non sopporta di essere contestato da giornali e tv. E così un giorno si reca dal direttore di una testata importante e per convincerlo a vendergliela gli offre un sacco gigantesco dal quale spuntano sonanti banconote e una ragazza procace. Testata dopo testata, tv dopo tv diventa l’incontrastato padrone dei media. Con i soldi ed il potere compra tutto e tutti. Gli resiste solo una minorenne ambientalista sebbene lui cerchi di convincerla regalandole dei cavalli (probabile gentile concessione di uno stalliere di fiducia). “Cari lettori – dice sdegnata la giovane incorruttibile – avete tra le mani l’ultimo giornale non controllato dal suo impero mediatico. Non temiamo di dire che lui è un monopolistico megalomane gran puzzone”.

Mister B. altro non è che Mister Montgomery Burns, uno dei personaggi dei “Simpson“, la popolare sitcom della fine degli anni ’80 creata dal fumettista statunitense Matt Groening. Un personaggio inventato ma che sembra ricalcarne perfettamente un altro di nostra conoscenza, altrettanto “monopolistico e megalomane”. Ma non certo “puzzone”. Sono i suoi avversari quelli che non si lavano

Domenica 12 e lunedì 13 (occhio alle date!) andiamo tutti a votare contro il nucleare del megalomane Mister B.
Prima che la realtà superi la più inquietante delle fantasie.

(di Stefano Corradino)