Ricordati di mortificare le feste. Magari su Facebook

Avete presente il gioco che il Trota si era inventato su Facebook? Bossi junior, come divagazione tra una bocciatura e l’altra all’esame di maturità aveva dato vita ad un curioso passatempo sul popolare social network, dal titolo Rimbalza il clandestino. Cliccando con il mouse in prossimità dei barconi stracolmi di immigrati che raggiungevano le coste italiane, il navigatore doveva cercare di respingerli in mare premendo un numero variabile di volte prima che scomparissero dal monitor. Nient’altro che un gioco, si erano affrettati a rispondere i promotori. Nessun intento razzista.

Di gioco in gioco. In questi ultimi giorni, giovani creativi della rete hanno dato vita a nuovi gruppi per commemorare due eventi: il 25 aprile e la sentenza della Thyssen. Per festeggiare l’anniversario della Liberazione alcuni accaniti sostenitori del Führer si sono riuniti su Facebook per rendere omaggio al loro leader con frasi d’affetto, d’ammirazione e di devozione comparse nelle pagine personali e su pagine fan del dittatore tedesco: “Avete preso le candeline e la torta?” o anche “122 anni… ti amo mio Führer”. Due giorni fa, per rendere omaggio alla storica sentenza che ha condannato i vertici dell’azienda di Torino per omicidio volontario qualche buontempone  ha coniato lo slogan “Brucia e vinci 1 milione di euro”: sullo sfondo di un gratta e vinci, le foto dei 7 operai morti con tanto di fiamme e relativi premi. Il gioco per fortuna è stato rimosso, non prima, però, di aver creato quasi 300 nuovi adepti…

Quali saranno le prossime ricorrenze ad essere commemorate? E in che modo? Ci permettiamo di sottoporre ai naviganti un paio di ipotesi: il 1° maggio si potrebbe trasformare nella Festa del lavoro precario in omaggio a quel 29,4% di disoccupati in età compresa tra i 15 e i 24 anni, oppure il 2 giugno potrebbe essere ribattezzato Festa della repubblica presidenziale. A reti unificate… E a sfilare sulle strade della Capitale non più automezzi blindati preceduti dai militari, ma Minicooper nuove di zecca con a bordo giovani fanciulle vestite da poliziotte.

* Il Fatto Quotidiano