Caso Alpi-Hrovatin, Luciana Alpi: Voglio guardare in faccia gli assassini di mia figlia

“La verità è ancora lontana ma io, finché sarò in vita non smetterò di esercitare il mio diritto di sapere chi ha ucciso mia figlia”. Luciana Alpi, madre di Ilaria è arrabbiata, delusa ma per nulla rassegnata. Non c’è giorno, da ventuno anni in cui lei non si affanni per conoscere i colpevoli dell’omicidio avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo 1994. “Il giorno dopo la puntata di “Chi l’ha visto – racconta al Radiocorriere Tv – il mio avvocato (Domenico D’Amati, ndr) ha mandato alla Procura di Roma una memoria sulla vicenda senza ottenere la benché minima risposta. Allucinante.”

Cosa ha pensato quando ha ascoltato la registrazione dell’intervista a “Chi l’ha visto” in cui il supertestimone scagionava il ragazzo somalo accusato e condannato per l’omicidio di sua figlia?
Personalmente né io né mio marito, che oggi non c’è più, abbiamo mai creduto che Hashi fosse colpevole. Per questo speravamo tanto che la procura di Roma facesse qualcosa per rintracciare il supertestimone Jelle. Ma a quanto pare i giornalisti di “Chi l’ha visto” sono stati più celeri.

Se scarcereranno Hashi di fatto saremo senza colpevoli
Una ragione in più per fare un nuovo processo. Iniziando da chi in questi ventuno anni ha scientificamente depistato, mettendo in carcere una persona innocente.

Chi ha ucciso Ilaria?
Non mi interessa sapere il nome degli esecutori materiali, gente che per pochi spiccioli ucciderebbe la madre. Io voglio conoscere i mandanti perché sono ancora qui, vivi e vegeti e in questi anni ci hanno ricoperto di bugie e depistaggi.

Nomi eccellenti?
Ne sono convinta. Se fossero persone di poco conto i nomi sarebbero già usciti. Se vengono coperti significa che sono ancora vivi. E voglio sapere chi sono. Non mi interessa il numero degli anni a cui saranno condannati. Voglio poterli guardare in faccia, poi paradossalmente potrebbero anche assolverli. Penso che dopo ventuno anni mi spetti il diritto di sapere chi ha ucciso mia figlia. 

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Intervista a cura di Stefano Corradino pubblicata sul Radiocorriere Tv