Colle, Rodotà, Zagrebelsky o una donna In Rete i nomi non fanno paura

Tra calcolo e caso, progetti in cantiere da mesi e svolte dell’ultima ora. L’elezione del Presidente della Repubblica, come ha raccontato Concita De Gregorio, è un rito “segreto”, “una corsa al buio”, “uno slalom” di cui non si conosce ancora il tracciato. Alchimie variabili, incontri da tenere nascosti, il rischio di bruciare nomi e storie politiche. Trattative ispirate da segretezza e riserbo. Ma, in queste ore, tutto il Paese si interroga pubblicamente su chi sarà il successore di Giorgio Napolitano. Le discussioni sui social network non si contano. E mentre dai palazzi della politica non filtra nessun nome, in rete i nomi si fanno eccome. Desideri e auspici sul prossimo inquilino del Quirinale.

C’è chi ha aperto le danze subito dopo le elezioni politiche. Come Articolo 21, l’associazione per la libertà d’informazione. Che sul suo sito ha dato vita a un sondaggio per conoscere gli orientamenti dei cittadini italiani. Diecimila “voti” solo nei primi due giorni. Una classifica guidata dal professore Stefano Rodotà, seguito dal presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, e da Emma Bonino. L’analisi di Stefano Corradino, direttore di Articolo 21, e di Giuseppe Giulietti, portavoce dell’associazione, mette l’accento sul fatto che “si tratta di personalità che hanno a cuore il bene comune,che hanno compiuto grandi battaglie per i diritti civili e di libertà”.

E in rete le pagine che lanciano la candidatura di Rodotà, sono decine. I sostenitori, migliaia. Perché si tratta “della persona giusta al posto giusto”, e perché “non è il momento di compromessi al ribasso”. Per molti si tratterebbe di un nome capace di tenere insieme tutte le forze politiche. Certo, ognuno coscienti che il nuovo Presidente verrà scelto dai “grandi elettori”. Ma nessuno vuol far mancare il suo contributo. Dalla pagina “Stefano Rodotà, il nostro Presidente della Repubblica”: “Ci piacerebbe che questo spazio contribuisse alla discussione dimostrando che molte migliaia di italiani vorrebbero mandare Stefano Rodotà al Colle”.

Poi le donne. Da Barbara Spinelli a Emma Bonino. La leader dei radicali italiani riceve, nelle ultime ore, apprezzamenti ed elogi. Molto rilanciata in rete l’Amaca con cui Michele Serra spiega i “buoni motivi” alla base di questa scelta: “Approfitto della confusione generale, e della rassicurate irrilevanza della mia opinione, per fare i miei nomi per il Quirinale: Barbara Spinelli o Emma Bonino, donne di grande intelligenza e totale indipendenza politica”. E in rete, il nome della Bonino  è spesso sinonimo di “cambiamento”. Le pagine dedicate alla leader dei Radicali, sono numerose. Contenitori di un confronto incessante tra favorevoli e contrari.

Sulla “questione femminile” l’attenzione, anche per le recenti polemiche sull’esclusione delle donne dai “gruppi di saggi” voluti dal Presidente Napolitano, è alta Da segnalare l’appello “Mai più al governo senza le donne”, lanciato dal comitato Se Non Ora Quando. Vi si legge: “Vogliamo che la nostra nazione sia rappresentata a tutti i livelli, fino a quelli più elevati, della Presidenza del Consiglio e della Repubblica, da donne competenti e sagge”. Poi un’altra petizione, “Eleggiamo un Presidente della Repubblica donna”, lanciata su Change. org. I nomi? Dal segretario della Cgil, Susanna Camusso, al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.

Ma il totonomi è in continuo aggiornamento. Personalità del mondo della cultura e dello spettacolo  insieme a uomini politici di lungo corso. Da Dario Fo e Roberto Benigni fino a Romano Prodi e Beppe Pisanu. Ognuno con il suo nutrito gruppo di sostenitori. E, infine, non manca chi chiede a Giorgio Napolitano di “restare, almeno per un altro po’”.

http://www.repubblica.it/politica/2013/04/03/news/rodot_zagrebelsky_o_una_donna_gli_umori_della_rete_sul_nuovo_presidente-55868520/