DAVID PARENZO, Match, under 40 over 60

Due universi paralleli che parlano lingue diverse. Generazioni in lotta tra di loro: giovani e anziani osservano la realtà attraverso angolazioni opposte guardandosi con diffidenza e ostilità. Di questo si occuperà “La Guerra dei Mondi”, il nuovo talk show di Rai3 in onda per quattro puntate in prima serata, a partire da venerdì 14 giugno. Alla conduzione David Parenzo, giornalista, conduttore radiofonico e televisivo, voce e volto della trasmissione “La zanzara” di Radio 24. Attraverso storie di vita, filmati, immagini di repertorio e ospiti d’eccezione, “La Guerra dei Mondi” metterà a confronto due generazioni – gli under 40 e gli over 60 – cercando di trovare le ragioni di questo scontro, dando conto con leggerezza e profondità del dibattito contemporaneo su vecchio e nuovo, degli scenari di frattura e divisione che i travolgenti mutamenti della società stanno determinando.

Come nasce il progetto?
Il format nasce da un’idea di Rai ed Endemol, quella di raccontare i grandi temi dell’attualità e del Paese attraverso gli occhi del conflitto generazionale.

Non si può dire che non state “sulla notizia”… Il Presidente Napolitano rieletto a 87 anni, Grillo che ribattezza il giurista Rodotà “ottuagenario”….
Il tema del confronto tra le generazioni è esploso. Ovviamente riguarda il dibattito politico con la “rottamazione” di Renzi e con Grillo che ha portato in parlamento una pattuglia di deputati molto giovani. In  realtà il format non riguarda solo la politica: il tentativo è quello di raccontare uno spaccato dell’Italia facendo parlare il paese reale. In studio non ci saranno esponenti politici, o forse qualcuno ma non è questa la nostra mission. Quello che ci interessa è raccontare queste dinamiche attraverso le storie. Con lo stile proprio della rete.

La questione del conflitto generazionale è tutta italiana o riguarda anche altri Paesi?
Prendiamo alcune nazioni come la Turchia o i paesi arabi: lì i giovani sono stati protagonisti di una rivolta  e  hanno preso in mano il loro futuro. Ovviamente in quei luoghi c’erano dei regimi quindi le condizioni erano molto diverse. Ma quand’è l’ultima volta che da noi è scoppiato un conflitto generazionale?

Probabilmente l’ultimo risale al ’68…
E’ così. Si può dire che in Italia c’è una guerra fredda non dichiarata e mai esplosa. Una delle priorità su cui oggi dobbiamo interrogarci è la condizione giovanile nei suoi vari aspetti,  quali sono i meccanismi che bloccano questo Paese in cui il welfare non sembra affatto disegnato a misura dei giovani.

Due mondi a confronto, come verranno rappresentati nella trasmissione?
Rappresenteremo il confronto-scontro anche “plasticamente” con due tribune: da una parte i giovani dall’altra i vecchi, pardon i diversamente giovani. Ma il mio compito sarà anche quello di trovare le contraddizioni all’interno dei due mondi stessi.

Il duello riguarda gli under 40 e gli over 60. Lei ha 37 anni quindi è un giovane…
Dipende dai punti di vista… Dal punto di vista professionale per un medio Paese occidentale sarei considerato vecchio. In Italia no!

E il gruppo di lavoro del format?
Tra i 28 e i 40.

E coloro la cui età va da i 40 ai 60 come vivono il conflitto generazionale?
Sono quelli schiacciati tra gli interessi dei padri e quelli dei giovani ventenni che dovrebbero far fuori noi… Noi che siamo “la terra di mezzo”, non più giovani, che abbiamo subito il fascino-non fascino del ’68 attraverso i nostri genitori, le esistenze precarie. Beh i 35–40enni di oggi sono i più sfigati!

Quali sono i temi specifici di cui vi occuperete nelle quattro puntate?
Partiremo con il lavoro. La seconda puntata sul potere, la terza sul successo e sulle relazioni: le famiglie, le coppie, anche il rapporto con la religione… 

Come affronterete il tema così delicato del lavoro nella prima puntata?
Lo analizzeremo nelle sue diverse declinazioni. Anche il tema delle pensioni riguarda il confronto- scontro tra generazioni. I giovani non sono garantiti. Da quanto tempo ce lo sentiamo ripetere… Il rapporto del mondo del lavoro è “uno a tre” cioè a fronte a uno che lavora tre sono in pensione. E’ ovvio che il sistema non regge. E in mezzo il dramma degli “esodati”. Cinquantenni e sessantenni che vengono messi per strada, che potrebbero ancora essere forza-lavoro ma non riescono a ricollocarsi. Fottuti due volte, dallo Stato e dalle aziende.

“La guerra dei mondi” è il titolo di un famoso romanzo di H.G.Wells riadattato in chiave cinematografica da Steven Spielberg. Lì lo scontro è tra terrestri e alieni. Un conflitto piuttosto cruento. Succederà anche nel nostro caso?
Dobbiamo augurarci di no. E comunque io sono un ottimista di natura. Il titolo è straordinariamente evocativo: richiama uno scontro tra mondi e interessi diversi; ma non tutte le rivoluzioni sono cruente o almeno non necessariamente. E’ una questione politica ma anche culturale. Viviamo nel paradosso di un Paese con un Parlamento giovanissimo anagraficamente ma che ragiona con logiche vecchie. Gli stessi “grillini” che dovevano aprire questo parlamento “come una scatola di sardine” si trovano a dover fare i conti con le dinamiche tradizionali della politica. Le commissioni, le presidenze e le vicepresidenze, i commissari… La società è molto più avanti della politica!

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