Federico Turreni, "saxdiologo" orvietano ad Umbria Jazz Winter

Ha studiato saxofono alto e soprano ad Orvieto con Mauro Verrone. Ha partecipato ad incontri-seminari con Massimo Urbani e Tony Formichella. E’ cresciuto nell’ambito jazzistico di Perugia, città in cui ha potuto anche approfondire aspetti della musica cubana, brasiliana, senegalese e magrebina.

Ma di professione non fa il musicista, fa il cardiologo. E’ così per molti grandi. Il jazz non è il pop e spesso non ci si campa. La professione ufficiale è un’altra ma la musica è più di una passione. Federico Turreni, 35 anni, orvietano, si è esibito dal vivo ed ha partecipato a registrazioni in Usa, Italia, Grecia, Canada e Cuba con numerosi altri musicisti tra cui ricordiamo John Abercrombie, Raymond Levier, Joe Locke, Francois Moutin…  Quest’anno, meritatamente, è per la prima volta ad Umbria Jazz Winter alla Sala del Carmine con una serata dedicata a Francesco Satolli, altro grande del sax, giovane talento scomparso prematuramente lo scorso anno. “Essere ad Umbria Jazz Winter – afferma Turreni – è una doppia soddisfazione. Perché partecipare a questa manifestazione è un traguardo che tutti i jazzisti vogliono raggiungere. E poi perché da orvietano e da grande amico di Francesco con cui ho condiviso ore di ascolto e di esecuzione del jazz assume per me un grande significato una serata dedicata a lui”. “Penso che questa edizione del Winter sia di grande qualità. Per la presenza di musicisti di altissimo livello come Joao Gilberto ma anche per l’attenzione sempre più crescente a sonorità nuove”. E il sound del quartetto di Federico Turreni è infatti piuttosto modern, molto newyorkese.

Nell’esibizione con il suo quartetto (31 dicembre, sala del Carmine, ore 16:30) Federico proporrà brani del suo precedente cd “Igor” e del nuovo lavoro discografico che sarà presentato a gennaio al noto locale “The Place” di Roma. Un’anticipazione per Orvieto, quindi. “Ciò mi rende davvero felice. Qui ci sono le mie radici e ritengo che il gusto stesso dei miei concittadini verso il jazz nel tempo si sia affinato. E anche quando ci sono concerti durante l’anno, al di fuori di Umbria Jazz c’è un’attenzione crescente. Questo fa ben sperare…”

(Stefano Corradino – la Città)