In piazza il 3 ottobre. Il rinvio non può e non deve annullare la forza dell’evento e dell’indignazione

Annullare o lasciare inalterata la data? In queste ore, dopo i tragici avvenimenti di Kabul il dibattito sulla manifestazione è infuocato! Al nostro giornale on line stanno arrivando decine di mail. Molti hanno condiviso la scelta di rinviarla. Altri sono convinti che l’iniziativa non si doveva spostare e che in piazza dovevamo starci e sostenere le ragioni della libertà di informazione. Quell’informazione distorta, come molti hanno scritto, che non ci consente di sapere cosa succede in Afghanistan e in altre zone disastrate nel mondo e che ci imbarbarisce invece di notizie futili e pettegolezzi.
Sabato la manifestazione si poteva fare lo stesso; ma a che prezzo? Per dare l’alibi a tv e giornali nel retrocede la notizia della manifestazione in ultima pagina? Abbiamo chiesto alla tv pubblica che tanto spazio ha dato al presidente del Consiglio per la sua propaganda mediatica sul terremoto di riprendere in diretta la manifestazione. In questo contesto anche la speranza più flebile della diretta sarebbe stata stroncata sul nascere.
In ogni caso molti di noi sono stati abituati a sentire queste ferite come ferite enormi e una strage come quella di Kabul non può essere derubricata. E avremmo preso la stessa decisione se a morire fossero stati 6 operai sul posto di lavoro. Ma un minuto dopo i funerali noi ricominceremo con ancora più forza e tensione civile (come facciamo da mesi) per preparare una grande manifestazione.
Il rinvio allora non annulla la forza dell’evento anche perchè tra due settimane saremo nel pieno della discussione della legge bavaglio madre, quella sulle intercettazioni! E intanto non c’è giorno in cui l’informazione libera non subisca gli attacchi del presidente del Consiglio o dei suoi fedelissimi.
La manifestazione si farà il 3 ottobre? E allora non dividiamoci per un rinvio di due settimane ma utilizziamo i quindici giorni di tempo che abbiamo a disposizione per convincere le donne e gli uomini, i giovani e gli anziani, i lavoratori e i disoccupati ancora incerti. E il 3 ottobre decine di migliaia di farabutti, da ogni parte d’Italia, scenderanno per le strade e le piazze di Roma!

(di Stefano Corradino www.articolo21.org)