MARIO TOZZI (Gaia)

Italia, paese “saccheggiato”
a cura di Stefano Corradino (www.raitre.rai.it)

 

 

Molti e importanti i temi trattati nella scorsa edizione. I cambiamenti climatici, i terremoti, lo smaltimento dei rifiuti, l’abusivismo edilizio, i vulcani, le popolazioni precolombiane, i “vajont” italiani… Se dovesse trovare un filo conduttore? O meglio quale filosofia sottintende alla scelta dei temi?
La terra considerata dal punto di vista del pianeta stesso e non degli uomini – benchè sono comunque uomini coloro che la osservano. Questa si può sintetizzare come la filosofia di “Gaia”. A differenza di altri programmi nei quali il punto di vista è, nelle esplorazioni fatte dall’uomo, il nostro angolo visuale è diverso: noi vogliamo far “parlare la terra”.

E la terra cosa ci dice?
Lei fa semplicemente il suo mestiere; non c’è pertanto una natura cattiva e una buona. Semmai è l’uomo il problema. Il terremoto, ad esempio, per Gaia, manifesta l’attività interna di un pianeta, non è una catastrofe, lo diventa poi per colpa nostra…

Lei è stato in svariate parti del mondo. Nelle puntate di Gaia, viaggi tra Australia, Stati Uniti, Grecia, Tunisia, Messico, Turchia… Poi ha deciso di occuparsi del nostro Paese. E delle sue degenerazioni per quanto concerne il rispetto dell’ambiente, della terra, del mare… C’è una responsabilità politica o quantomeno collettiva nel degrado di alcune zone del nostro Paese? E quanta responsabilità individuale? Quali sono le zone più degradate?
Le zone più degradate d’Italia sono quelle del meridione che sono poi le più belle. Quelle calabresi, quelle campane, le coste pugliesi, siciliane, in parte quelle sarde. Le responsabilità sono duplici. Politiche ma innanzitutto individuali. Penso a chi edifica le case abusive. Quella è una responsabilità soggettiva ed è troppo facile scaricare la colpa. è vero che chi dovrebbe reprimere l’abusivismo poi non lo fa e quindi diventa una questione anche “politica” ma il primo passo è sempre personale. L’abusivismo inoltre provoca anche ingenti danni ambientali.

A proposito di ambiente, l’Italia cambierà con l’applicazione del Protocollo di Kyoto?
L’Italia è assolutamente impreparata. E probabilmente si andrà incontro a ritardi e sanzioni. Siamo un paese davvero poco intelligente ed evoluto dal punto di vista ambientale. Un paese sensibile, ad esempio, non avrebbe la quantità di automobili che abbiamo noi. Più di ogni altro paese europeo. Abbiamo, mi sembra, 82 automobili per chilometro quadrato quando la media europea è sotto i 50. Il quadro ambientale italiano degli ultimi anni è gravissimo e desolante. E non lascia molte speranze. Ci si è comportati con l’ambiente come se fosse una dispensa da saccheggiare e si è arraffato fino all’ultimo biscotto…

Su quali temi saranno incentrate le puntate che iniziano dal 2 aprile?
I temi di questa seconda parte dell’edizione di Gaia offrono a mio avviso spunti interessanti. Si andrà dalla storia dei dinosauri, in cui si avanzeranno dubbi sulla teoria degli asteroidi che ne avrebbero causato l’estinzione, ad una attenta fotografia del continente australiano, parlando delle rocce ma anche degli aborigeni e della colonizzazione inglese. Poi sarà la volta di una puntata sui deserti, mettendo in evidenza le zone, che esistono anche in Italia, soggette a desertificazione. Un focus specifico sarà fatto sulle grandi opere in cui metteremo in luce il nostro punto di vista.

Anche sul Ponte sullo stretto di Messina?
Principalmente. Un’impresa pessima, deplorata oggi anche da molti tra coloro che inizialmente la sostenevano. Un’impresa che non riesce a decollare, che non sarà mai ultimata, inutile e dannosa. Ci sono però anche le grandi opere positive come la metropolitana di Torino o l’Alta velocità tra Milano e Torino in un ambiente preesistente adeguato con autostrade e ferrovie. Poi dedicheremo alcune puntate ai popoli “del mistero”. Con un vero e proprio “scoop” sugli etruschi e sul loro sistema viario: vicino Lucca è stata rinvenuta una vera e propria “autostrada” a più corsie. Un fatto eccezionale.

Hai appena ricevuto un Oscar Tv. Una bella soddisfazione che testimonia la qualità e la popolarità del tuo programma…
Quando ce l’hanno detto pensavamo si fossero sbagliati… Noi siamo un piccolo programma del sabato sera che va in onda mentre in altri canali c’è il varietà con il quale non possiamo competere. Ma siamo stati molto contenti perché ciò dimostra che dopo cinque anni l’impostazione, il ritmo e la struttura del programma non sono passati inosservati.