Occhio al jazz del Gulliver Trio. A futura memoria

Fai partire il disco e ti ritrovi avvolto in atmosfere delicate di un jazz limpido e sobrio. Musica che è figlia di una sensibile intelligenza artistica, tra momenti riflessivi ed episodi grintosi e vivaci. Questo è “Donne al terzo piano”, il disco del Gulliver Trio. Piero Di Salvo al pianoforte, Graziano Brufani al contrabbasso e Roberto Forlini alla batteria. Luca Marianini e Giampaolo Ascolese special guests.  Nove brani di jazz di buon livello, con una bella e originale linea melodica. Un jazz caldo e romantico (non  a caso i brani hanno pressoché tutti come titolo un nome di donna). Gli strumenti sono ben amalgamati e nessuno prevale sull’altro. Fabrizio De Andrè non era un musicista jazz ma di musica certo se ne intendeva. E con Enrico Rava scherzava sul fatto che “il jazz è un gran bel genere musicale, peccato per tutti quei lunghissimi soli”… Nessun solo eccessivamente lungo nel cd del Gulliver Trio… L’impronta è classica e la quasi totalità dei brani (“Cristina” il terzo brano del cd è il più bello e rappresentativo) inizia con una melodia al pianoforte tra classico e canzone d’autore. Progressivamente fanno il loro ingresso gli altri strumenti, il contrabbasso, la batteria, la tromba. Classico, ma non mancano gli accenti e i cambi di ritmo con digressioni dal swing alla bossa, per poi tornare alla melodia più lineare nelle battute finali.
Ben registrato e ben interpretato quello dei Gulliver Trio è un jazz che non sfigura affatto nell’elite di Umbria Jazz Winter. Immaginare di vederli inseriti nella prossima edizione del Winter non sarebbe una scelta peregrina. Orvieto non solo accoglie il jazz italiano ed internazionale di buon livello ma negli anni è cresciuta musicalmente e sono molti gli autori e gli interpreti di talento che sono maturati all’ombra del festival. Questo cd lo dimostra. A Pagnotta l’ardua sentenza…

(Stefano Corradino – la Città)