Partecipazione e responsabilità. A ‘Pane Quotidiano’ cerchiamo di riannodare questi fili". Intervista a CONCITA DE GREGORIO

Uno studio nuovo e una squadra di autori e collaboratori che si arricchisce di elementi importanti. “Pane Quotidiano”, il programma condotto da Concita De Gregorio su Rai3 dal lunedì al venerdì alle 12.45 rinnova contenitore e contenuti.
Tutti materiali originali, con una giornalista (Debora Penzo, ndr) che realizza servizi in esterna chiedendo pareri per strada sugli argomenti affrontati in trasmissione. E gli ascolti premiano le novità. “Rispetto al calo generalizzato di spettatori e ai talk quasi dimezzati – sottolinea soddisfatta la conduttrice al Radiocorriere Tv – “Pane quotidiano”, benché partito in sordina una settimana dopo altri programmi ha superato abbondantemente il sei per cento con una media di spettatori tra gli ottocento mila e il milione.

Sei al secondo anno di conduzione, cosa cambia nel tuo approccio al programma?
Il primo anno è stato di rodaggio. Per me era la prima esperienza come autrice e conduttrice e ho dovuto imparare a capire il mezzo televisivo e i suoi tempi. Mi ero adattata al format con la preoccupazione di non tradire la tradizione bella e lunga de “le Storie” di Augias. Ovviamente io sono diversa da lui e quindi dopo aver dato prova di saperci mimetizzare dentro un format altrui quest’anno ci siamo detti che avremmo dovuto trasformare il programma in qualcosa adatto a noi. Che siamo una squadra giovane e molto legata all’attualità politica. Per questo, quasi sempre, la puntata del lunedì è dedicata alla “settimana politica” con ospiti molto rilevanti che ci aiutano a decifrare la situazione.  

Quale sentimento prevale tra i tuoi interlocutori sulla situazione politica? Sconcerto, rassegnazione, sbandamento?
La politica – è anche banale dirlo perché è sotto gli occhi di tutti – non gode certo in questo momento di grande popolarità. Anche quando va bene… va male, visto che più della metà degli italiani non va a votare. Quello che cerchiamo di fare attraverso libri e autori è porci il problema della partecipazione e della responsabilità. Cerchiamo di riannodare questi fili andando molto sul concreto. Vale per la politica nazionale – importanti sono state ad esempio le conversazioni con Rampini, Buttafuoco e Revelli  – e per quella estera: in trasmissione è venuta ad esempio Francesca Borri, grande inviata di guerra, per farci capire come funzionano le cose nella relazione tra l’Italia e le sparse nel mondo. E i telespettatori hanno premiato questi temi che sono stati molto seguiti.

La politica scandisce rigidamente tempi e ospiti di “Pane Quotidiano” o la scelta è legata anche ai temi che ritenete più importanti da approfondire e che non fanno parte dell’agenda quotidiana?
La bussola che ci guida è quella che ci porta a ricercare temi e personaggi che normalmente non troviamo in tv. Siamo stati gli unici ad ospitare Estela Barnes de Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo che ha ritrovato il nipote dopo trentaquattro anni o la giornalista messicana Lydia Cacho, una donna straordinaria che è stata sequestrata e imprigionata e che sta lottando contro la tratta delle donne e dei bambini.

In ogni puntata lo studio è affollato di studenti. In che modo interagiscono e quali sono i temi che reputano più stimolanti?
Gli studenti partecipano con grande attenzione. Fanno molte domande ma siamo anche noi a porre loro alcuni interrogativi. Come abbiamo fatto nella puntata sull’amore con Vito Mancuso. Ed è stato proprio lui a chiedere agli studenti cosa ne pensassero della morale sessuale cattolica. I giovani sono molto interessati ai temi di attualità. All’ecologia, allo stato di salute del pianeta. E ai temi della giustizia: lo strapotere delle banche, le vessazioni sul cittadino…

Qual è l’ultimo libro interessante che hai letto e che consigli?
Un’inchiesta appena uscita in Italia. Il titolo è “Crocodile” e l’autrice è la giornalista russa Marina Akhmedova. Il libro parla di una droga micidiale diffusissima in Russia, che ti mangia, ti annienta. E’ un romanzo che dice della Russia molto più di quanto facciano alcuni servizi dei telegiornali.

Intervista a cura di Stefano Corradino pubblicata sul Radiocorriere tv