"Berlusconi mafioso? 11 domande al Cavaliere per negarlo"

Il titolo di quest’articolo non è nè di Marco Travaglio nè di Peter Gomez.  Non è la traduzione dall’inglese o dallo spagnolo di quotidiani come il “Financial Times” o “El Pais”, nota stampa comunista…  Il titolo è di un articolo scritto nel luglio 1998 da Max Parisi su “la Padania”, il quotidiano della Lega. Erano i tempi in cui la Lega sparava a zero contro Berlusconi con molta più veemenza di quanto faccia oggi il centro sinistra…  L’articolo è riemerso in questi giorni dal social network Facebook ma è rintracciabile facilmente sulla rete insieme ad altri sferzanti corsivi di quel periodo che il giornale di Umberto Bossi ha poi scrupolosamente rimosso dall’archivio, ossequiando l’attuale stretta alleanza con il Cavaliere.  “Basta”, scriveva Parisi. “Basta con questa indicibile manfrina messa in piedi dai mezzi di comunicazione di massa sulle vicende giudiziarie – specialmente quelle palermitane – di Silvio Berlusconi. È arrivata l’ora delle certezze definitive.  Di seguito presento al signor Berlusconi una serie di domande invitandolo pubblicamente a rispondere nel merito con cristallina chiarezza affinché una volta per tutte sia lui in prima persona a dimostrare – se ne è capace – che con Cosa Nostra non ha e non ha mai avuto nulla a che fare.  A scanso di equivoci e strumentalizzazioni, già da ora – signor Berlusconi – le annuncio che nessuna delle notizie sul suo conto che leggerà in questo articolo è frutto di “pentimenti”, e nessuna delle domande che le sto per porre si basa o prende spunto anche fosse in modo marginale dalle parole dei cosiddetti “pentiti”.  Tutto al contrario, esse si basano su personali indagini e su documenti amministrativi che in ogni momento – se lo riterrà – potrò inviarle perché si sinceri della loro autenticità…” 
A questa premessa seguono 11 domande. 11 sciabolate rivolte al presidente del Consiglio: le proprietà, gli affari, i conflitti di interesse, i rapporti con personaggi le cui fedine penali erano non proprio intonse… 11 fendenti così ardimentosi da far apparire i mitici Bob Woodward e Carl Bernstein del Watergate come pavidi cronisti. Silvio Berlusconi allora non rispose e querelò il quotidiano leghista.  In questi giorni il quotidiano diretto da Ezio Mauro continua a pubblicare 10 domande rivolte al premier sull'”Affaire Noemi”.
Per questo rivolgiamo un accorato appello al Cavaliere: se non vuole rispondere ai dieci quesiti di Repubblica (quotidiano notoriamente bolscevico e sovversivo…) perchè, a 11 anni di distanza non replica agli 11 interrogativi (o anche solo a dieci) posti dal quotidiano di un partito alleato?  “Punto per punto, nome per nome. È un’occasione d’oro per farla finita una volta per tutte. Sappia che d’ora in poi il silenzio non le è più consentito né come imprenditore, né come politico, né come uomo”. 

P.S. Quest’ultimo virgolettato non è di Ezio Mauro, Concita De Gregorio o Gabriele Polo, ma la conclusione del sopracitato articolo di Max Parisi. Sulla Padania. Quotidiano della Lega. Luglio. 1998.

(Stefano Corradino, Articolo21)