CORRADO AUGIAS, a colloquio con Darwin e non solo

Corrado Augias: “Secondo lei, saremmo solo un incidente, un capriccio del caso? Io, lei, tutti noi, poco più che scimmioni evoluti. Lei si è macchiato di un atroce delitto…”. Darwin: “Crede che non lo sappia? Che non mi tormenti ogni giorno per questo? L’ho messo nero su bianco: scrivere che “le specie non sono immutabili”, sostenerlo pubblicamente, è stato come confessare un delitto…”.Comincia così, con questa intervista impossibile a Charles Darwin la prima puntata di “Visionari”, il nuovo programma di Corrado Augias in onda da lunedì 7 aprile, in seconda serata su Rai3. Il giornalista, da un lato, il Visionario dall’altro, uomini e donne che hanno cambiato il mondo. Da Darwin a Freud, da Leonardo da Vinci a Marx, da Santa Chiara a Beethoven, da Martin Luther King a Italo Calvino.

Augias, dopo la lunga esperienza di conduzione de “Le Storie” su Rai3 avevi annunciato di voler lasciare la tv, quasi una esigenza di disintossicazione. Cosa ti ha spinto a ripensarci?
Hai assolutamente ragione. Sono venuto meno  a un impegno che avevo fatto in primo luogo con me stesso. Ho deciso di accettare perché mi ha convinto il direttore di Rai3 Andrea Vianello. Mi ha detto ”voglio che tu faccia un programma culturale”. E ha aggiunto con parole che non oso riferire “…sei uno dei pochi che lo può fare”. Allora io gli ho risposto “guarda che se faccio un programma culturale voglio farne uno molto alto!” E lui mi ha detto “vai avanti”.

E ne è venuto fuori “Visionari”
Ci siamo messi intorno a un tavolino in quattro, io e tre autori. E ci tengo a sottolinearlo, lo abbiamo fatto come si faceva un volta nella vecchia Rai: senza ricorrere ad appalti esterni. E abbiamo escogitato questa formula che speriamo funzioni. Dedicarci a otto persone che hanno cambiato il mondo, e raccontarle.

Qual è stato il criterio nella scelta degli otto protagonisti?
Si tratta di persone che hanno cambiato il modo di vedere il mondo o gli esseri umani. Non contemporanei però, a parte Calvino che è il più vicino a noi. Perché volevamo anche raccontare gli effetti che questo cambiamento ha avuto. E gli effetti si misurano nel tempo. Avevamo pensato ad esempio a Steve Jobs, impossibile d’altronde non pensare a lui, ma è un nostro contemporaneo. E  sappiamo che ciò che ha creato avrà degli effetti notevoli ma ancora non li conosciamo tutti. Sappiamo invece cosa ha fatto, e non ha fatto, Marx. O Darwin.

Chi è il visionario? La prima definizione della Treccani è “Che ha delle visioni, delle apparizioni soprannaturali o delle allucinazioni visive”
E’ così. Il visionario è quello che vede una cosa che gli altri non vedono. Difatti questo termine si applica in genere a quelli che vedono la Madonna, i santi, Gesù. Anche loro vedono quello che dicono di vedere, a meno che non si tratti di quattro cialtroni. Il visionario, ribadisco, vede quello che gli altri non vedono. Se vede un santo buon per lui, se vede che l’uomo non è il centro del creato ma una combinazione di un processo evolutivo casuale quello si chiama Charles Robert Darwin e ha visto una cosa che gli altri non avevano visto.

E se Darwin vedesse cosa ha fatto l’uomo oggi? Magari trasformerebbe la sua teoria dell’”evoluzionismo” in “involuzionismo”
Lui in fondo lo sapeva, lo diceva che l’evoluzione è casuale. Che non c’è un disegno. Evoluzione non significa necessariamente che gli uomini oggi sono più intelligenti. Sicuramente sono più complessi ma continuano a fare anche gli errori che facevano all’inizio.

Un altro esempio di visionario, anche al di fuori degli otto personaggi presi in rassegna
Cristoforo Colombo. Voleva andare a cercare le Indie. “Se la terra è tonda e parto da est o da ovest prima o poi ci arrivo”. Nessuno sapeva che c’era di mezzo un paese che si chiamava America. Neanche lui ovviamente. Ma il suo viaggio è stata la scelta di un visionario.

Oggi, in questa società pragmatica e così votata alla velocità e alla contingenza è più difficile trovarne?
I visionari ci sono sempre. Penso, oltre a Steve Jobs a quelli di “google”: l’altro giorno sono andato in campagna. A un certo punto al computer ho scoperto che un sentiero di terra campagna dell’Umbria, è stato filmato e messo su google maps. Non una via di New York, ma un paese sperduto! Questo non è un progetto gigantesco e visionario?

A parte Marx che è uno dei protagonisti scelti per il programma ci sono altri “politici”? Per estensione si potrebbe dire che visionario oggi è anche chi ha una precisa visione del mondo e della società?
Trovare oggi dei visionari tra i politici è più complicato. Perché la nostra è un’attualità molto costretta dalle circostanze. Visionari erano gli enciclopedisti francesi, i rivoluzionari russi, anche i patrioti italiani dell’ottocento perché sognarono un’Italia unita in una penisola divisa in sette stati. Ci voleva una capacità visionaria enorme. Visionario è stato Theodor Herzl (fondatore del movimento politico del sionismo, ndr) quando ha cominciato a sognare lo stato ebraico, visionari erano i primi coloni che si riunivano in comunità comuniste perfette, i kibbutz, e poi quando Israele è diventato un paese ricco sono praticamente finiti. Un comunismo che, finché è durato aveva funzionato perché era su base volontaria. In questi luoghi ci andavi se ci volevi andare altrimenti andavi altrove, non eri costretto.

Chiudiamo con la tv. C’è bisogno oggi di una tv più visionaria? Diciamo una “televisionaria”?
C’è bisogno sicuramente di un’altra televisione, perché il livello di quella attuale oggi, è molto scadente. Io credo molto in Rai3 dove del resto sono nato e ho sempre lavorato, perché questa rete, fra tutti i sette canali generalisti della tv è quella che svolge la funzione più utile. E spero che questo programma, se riusciremo ad aver trovato un linguaggio alto e televisivo al tempo stesso la aiuti nella sua strada… 

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