Millennium, quando l’approfondimento non va in vacanza. Intervista a MARIANNA APRILE, ELISABETTA MARGONARI E MIA CERAN

Riforme istituzionali, legge elettorale. Ma anche l’immigrazione e i continui sbarchi sulle nostre coste. Poi ci sono i rapporti sulla disoccupazione giovanile alle stelle e sugli indigenti: un italiano su dieci in condizione di povertà assoluta e gli altri con le tasse da pagare e il riscossore Equitalia alle calcagna. E’ piuttosto difficile, in una situazione così preoccupante e delicata che la politica si conceda un periodo di vacanza. E anche l’informazione ha scelto di stare al passo. Da martedì 15 luglio su Rai3 in prima serata va in onda “Millennium”, nuova scommessa in sette puntate della rete diretta da Andrea Vianello per tenere accesi i riflettori, anche in estate, sulla politica e l’attualità.
Il titolo del programma allude alla trilogia “Millennium” dello scrittore Stieg Larsson che è stata un fenomeno letterario senza precedenti. Ma il nome sembra essere l’unico elemento di congiunzione con la saga svedese. O forse ce n’è un altro: nei tre romanzi di Larsson i protagonisti sono i giornalisti dell’omonima rivista, specializzata in inchieste e scandali sociali ed economici. Nella “Millennium” di Rai3 tutto ruota attorno a tre giornaliste: Mia Ceran, nuovo recente acquisto della mattina di Rai3, Elisabetta Margonari giornalista del Tg3 e Marianna Aprile, “rubata” alla carta stampata. Tutte e tre promettono domande pressanti e senza sconti ai loro interlocutori.  Con un obiettivo portante: raccontare attualità e politica con uno sguardo rivolto al passato, per capire cosa non ha funzionato,  ma guardando al futuro e provando a scardinare luoghi comuni e retorica politica. 

MARIANNA APRILE
Barese, 38 anni, cresciuta vicino Roma, vive a Milano nel quartiere che più le somiglia, l’Isola, indeciso tra grattacieli ultramoderni e case inizi ‘900. Ha studiato da antropologa, poi ha capito che raccontare i contemporanei è molto più interessante e ha deciso di perdere un treno diretto a Bologna, restare nella Capitale e diventare giornalista. Grafomane onnivora, ha scritto di qualunque cosa, dal lavoro all’economia, dalla nautica di lusso al costume, per poi approdare al solo genere che racchiude tutto: il gossip politico (e dintorni). Dal 2010 lavora a Oggi, dove ha firmato importanti esclusive. 

Il tuo ruolo nel programma “Millennium” sarà quello di creare una sorta di “terza dimensione” del dibattito.
Cercherò di scandagliare l’aspetto umano. Ci sono forze politiche ad esempio nate, cresciute e proliferate sui rapporti personali ed è proprio su questi rapporti che rischiano di sfasciarsi. L’idea è di creare una striscia sottile tra informazione politica e retroscena. Niente a che vedere con il gossip ovviamente! 

In questo spazio ci sarà anche la figura quella del “cattivo”
Mettiamo che ci sia un collegamento di Elisabetta Margonari con gli operai licenziati dalla fabbrica per esubero o delocalizzazione: potremmo avere in studio un imprenditore che ha delocalizzato o un cosiddetto tagliatore di teste. Non daremo giudizi morali ma porteremo più punti di vista. E lavoreremo tutte e tre in modo armonico rendendo la comunicazione quanto più fluida possibile. Non vogliamo fare una trasmissione ingessata anche perché nessuna di noi due lo è e quindi sarebbe del tutto innaturale!

 
MIA CERAN
Nata in Germania ventisette anni fa, una vita da pendolare tra l’Italia e gli Stati Uniti. Il primo lavoro lo ottiene a diciannove anni come stagista nella sede romana della CNN. Mentre continua a lavorare si laurea in Economia. Nel 2009 inizia a collaborare con Mediaset, dove lavora a Matrix, TG5 e Studio Aperto. Nel 2011 approda a La7, lavora come inviata prima per il programma L’Aria che Tira, poi In Onda. Dallo scorso settembre è passata a Rai3 e si sveglia molto presto per arrivare in tempo ad Agorà, programma di politica in onda dalle 8 alle 10.

Come affronterai le interviste con gli ospiti in studio? Sarai morbida o pressante?
Cercheremo di essere incalzanti e di metterli simbolicamente al muro. Ci sono colleghi bravissimi in tv e con più esperienza di noi ma vogliamo affrontare questo impegno nel modo giusto: pretenderemo dai nostri interlocutori risposte concrete e non li lasceremo svicolare.

Siamo quasi ad agosto dopo mesi di tensioni politiche e dibattiti in tv, non pensate che il pubblico sia stanco dei talk show?
Il dibattito politico quest’anno è stato incisivo e costante ma a prescindere dalla possibile stanchezza dei telespettatori penso che non sia venuta meno la voglia della gente di avere risposte, di sapere quale sarà il loro futuro e quale ricaduta avranno le scelte politiche sulla collettività.

 

ELISABETTA MARGONARI
Nata a Roma 45 anni fa, dopo il liceo ha studiato architettura, ma poi si è data giornalismo. A casa la radio si accendeva prima del caffè e così per passione nel 1994 ha iniziato a lavorare con un’emittente locale, poi negli anni e’ passata da Radio Capital alla Wdr, da Italia Radio a Radio Rai. Intanto scriveva per numerose testate di carta stampata e agenzie come free lance. Nel 2000 diventa giornalista professionista firma il primo contratto al Tg3 dove ha fatto servizi, dirette e reportage per le redazioni cronaca, cultura, Gt ragazzi, Primo Piano e RT rotocalco televisivo di Enzo Biagi. Dal 2008 è a Linea Notte e dal 2009 agli interni come cronista parlamentare.

Tu non sarai in studio ma come inviata in alcune località vacanziere a contatto con la gente. Con quale obiettivo?
La finalità è quella di far interagire gli ospiti in studio con la cosiddetta “società civile” per capire come le politiche del governo, le riforme, le manovre economiche e sociali impattano sulla gente. Ne parleremo con operai e imprenditori con i cittadini colpiti dalle alluvioni, con coloro che vivono in condizione di povertà assoluta.

Le puntate sono in diretta. Nella scelta degli argomenti sarete quindi inchiodate alla stretta attualità?
E’ ovvio che l’attualità ci condizionerà. Il semestre europeo, le riforme, il processo Ruby solo per citarne alcuni dei temi ma cercheremo anche di scattare una fotografia attenta di un paese sempre più a due velocità. (di Stefano Corradino)

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