Si riaccende la passione per la rossa. Intervista a MARCO FRANZELLI

“Non tutti gli italiani tifano per la Nazionale  mentre tutti gli italiani e il cinquanta per cento dei non italiani tifano Ferrari”. L’altisonante riflessione era di Gianni Agnelli che nella storia della “rossa” è stato senz’altro determinante. Oggi la scuderia di Maranello sta attraversando un periodo di crisi – lo scorso anno nessun Gran Premio vinto – ma la Ferrari non ha perso la sua popolarità. Ne è convinto Marco Franzelli, da alcuni mesi vice-direttore di Rai Sport con delega ai motori che, al Radiocorriere Tv parla dell’imminente avvio del campionato mondiale di Formula 1, alla 66esima edizione.

Dopo l’ultima deludente stagione cosa dobbiamo aspettarci dalla Ferrari in queste venti gare?
Dalle prime prove fatte è andata molto meglio di quanto ci si aspettasse. Ma sembra esserci ancora una superiorità da parte della Mercedes. Lo ha detto lo stesso Marchionne parlando al salone dell’auto di Ginevra.

Sembrano tutti entusiasti della nuova monoposto
I progressi sono stati evidenti. La macchina piace ai piloti e non ha difetti strutturali tali da renderla difficile da guidare come quella che lo scorso anni aveva mandato in crisi Raikkonen. Di fatto la Ferrari è la macchina di seconda fila ma se la dovrà vedere anche con le altre scuderie che hanno il motore Mercedes: la Williams e la Lotus. E non abbiamo ancora capito quali sono le reali condizioni della Red Bull.

Per la Mc Laren le cose non vanno troppo bene e la situazione è peggiorata con l’incidente di Alonso
La Mc Laren è in crisi e Alonso nel primo Gran Premio (in Australia) non ci sarà. La sua mancanza si sentirà

Ci sono speranze di vedere ripetutamente la “rossa” sul podio?
Le aspettative non mancano. Il nuovo direttore sportivo Maurizio Arrivabene ha detto che se vinciamo tre Gran Premi “siamo contenti”. E Marchionne qualche tempo fa affermò: “Se ne vinciamo quattro andiamo in Paradiso”. E poi ha profetizzato una vittoria italiana del mondiale nel 2018. Diciamo che c’è una vitalità nuova che fa ben sperare.

Tu scrivesti nel 2001 per Bompiani un libro sulle grandi vittorie della Ferrari
Lo scrissi con Luca di Montezemolo che accettò di raccontare i suoi anni a Maranello. Dopo essere stato direttore sportivo di Enzo Ferrari Montezemolo tornò alla Ferrari come presidente. I primi anni furono molto difficili ma poi, nel 2000, ventuno anni dopo l’ultima vittoria al Mondiale la Ferrari, con Schumacher, cominciò a collezionare storiche vittore.

Differenze e analogie tra quella stagione e l’attuale
La Ferrari ha avuto sempre dentro di sé lo spirito delle competizioni. E probabilmente non ci sarebbe la Formula 1 se non ci fosse la Ferrari, l’unica scuderia che c’è sempre stata fin dal primo campionato del mondo nel 1950. Quando Montezemolo tornò a Maranello nel ’91 c’era il caos: era stato da poco scisso il contratto con Alain Prost, le Ferrari non si vendevano… Bisognava ricostruire tutto sia sul piano industriale che sportivo. Oggi l’azienda funziona e fa utili. Ovviamente la crisi sportiva è fortissima pari solo alle stagioni ’91, ’92, ’93 in cui la Ferrari non vinse neanche un Gran Premio. Ma oggi c’è un’organizzazione forte che allora mancava.

Marchionne è molto diverso da Montezemolo
Sicuramente, ma entrambi hanno due personalità forti e dominanti e la stessa voglia di ripartire e di crescere, la stessa voglia di gridare con fierezza “Siamo la Ferrari!”. La stessa fame di tornare a vincere. Mi auguro che ci voglia meno tempo di allora anche grazie al contributo di una figura chiave come Maurizio Arrivabene che spero riesca a fare nel suo ruolo quello che con Montezemolo ha fatto Jean Todt.

Nonostante gli insuccessi la Ferrari è sempre stratifata come diceva Agnelli?
Penso che l’affetto dei fan e dei tifosi non sia mai mancato. Ci possono essere i fischi degli innamorati delusi  ma la passione per la Ferrari è pronta di nuovo a scatenarsi. E non solo in Italia.

In questi giorni si parla molto del figlio di Michael Schumacher che, a soli quindici anni, correrà in Formula 4. 
Non accenderei prematuramente troppi riflettori su di lui. E’ giovanissimo, lasciamogli vivere serenamente questa passione anche perché la sua vita ovviamente non è più serena dopo l’incidente sciistico in cui è stato convolto il padre. E lui era lì in quel momento… Questa storia mi fa pensare a un episodio accaduto a Imola che riguardò proprio il padre e lo zio Ralph. Li chiamarono dalla Germania per comunicare loro la morte della madre. Loro fecero le prove il sabato poi presero un aereo e andarono a salutarla. Ritornarono il giorno dopo e corsero. E quando gli fu chiesto perché, entrambi risposero che la madre avrebbe voluto così…

Prima di congedarci Franzelli ci tiene a ricordare la squadra di telecronisti che seguirà i mondiali. Gianfranco Mazzoni “voce storica della Formula 1”, Ivan Capelli e Giancarlo Bruno “due commentatori tecnici bravissimi”, Giorgio Piola “che sa tutto delle macchine e può svelare qualsiasi segreto”, Stella Bruno ed Ettore Giovannelli ai box, e poi Franco Bortuzzo “che guiderà il pre e post commento con la collaborazione di Pino Allievi, “storica firma della Gazzetta dello Sport e forse il più competente giornalista di Formula1”. “Ovviamente con loro vanno citati gli assistenti, i responsabili della produzione, i tecnici, che saranno in giro per il mondo per far sì che il racconto della Rai del Mondiale sia completo e interessante. 

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Intervista di Stefano Corradino pubblicata sul Radiocorriere Tv