“Il palco del 2 agosto è amichevole ma bisogna essere chiari: non si possono prendere in giro per 37 anni i familiari delle vittime della strage”. Parte in quarta Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione familiari vittime della strage di Bologna intervistato da Articolo21 alla vigilia della commemorazione. Come ogni anno Bologna il 2 agosto si ferma per ricordare gli 85 morti della stazione ferroviaria, il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra.
La cerimonia è stata preceduta dalle polemiche sulla presenza di rappresentanti del governo non graditi dall’associazione dei familiari.
Il ministro dell’Ambiente Galletti, bolognese, ha annunciato che ci sarà
Con Galletti ho un ottimo rapporto. Nella veste di rappresentante del governo sarà persona sgradita ma l’ottimo rapporto con lui non cambia e lo manterremo.
Cosa rimproverate al governo?
La Direttiva Renzi sulla desecretazione della documentazione sulla strage non funziona affatto. Per l’apparato dello Stato che se ne occupa a nome della presidenza del consiglio è l’ultimo dei problemi.
Avete denunciato la sparizione di alcuni archivi.
Interi archivi. Ed è lo stesso Ministero della Difesa ad ammettere che mancano archivi dall’80 all’86. Lo ha denunciato anche Daria Bonfietti nel corso delle commemorazioni su Ustica di un mese fa. Qualcuno l’ha ascoltata e si è dato da fare per rintracciarli? Mi sembra che non interessi a nessuno…
Che risposta avete avuto dal governo?
Nessuna, silenzio totale.
Avete chiesto i dossier personali degli implicati e non ve li hanno dati. Con quale motivazione?
Rispondono che la direttiva parla di eventi e non di nomi. E quando recentemente ho chiesto i nominativi dei partecipanti ai nuclei armati, la cosiddetta “Gladio nera”, mi hanno risposto che non me li danno per problemi di privacy…
La Procura ha chiesto l’archiviazione della parte di inchiesta relativa ai mandanti
Quando per sostenere l’archiviazione si afferma che Fioravanti e Mambro (condannati in via definitiva nel ‘95 come esecutori materiali della strage, ndr) erano degli “spontaneisti” vuol dire che le sentenze precedenti non sono state neanche lette. Né sono stati presi in considerazione tutti gli elementi emersi dal processo sulla strage di Brescia in poi (1974)e in particolare i tanti connubi tra i “bombaroli” e numerosi apparati dello Stato…
Intervista di Stefano Corradino pubblicata sul sito di Articolo21