‘Note di cronaca’, un disco per i diritti umani

Torno a scrivere dopo un po’ di tempo. La mia è una “autopromozione” ma anche un progetto a sostegno di un’associazione meritoria (Amnesty International) e per accendere i riflettori su alcuni temi spesso dimenticati (specie in questi ultimi due anni in cui si parla quasi esclusivamente di pandemia e guerra).

Esce il mio primo disco “Note di Cronaca”. Io sono un giornalista, inviato di Rainews24 e racconto storie di cronaca e attualità. Ma ho un’altra grande passione, la musica. Canto e suono il pianoforte da quando ero bambino… E ho scelto di fondere le mie due principali passioni in un progetto discografico. Così ho selezionato sette storie che ho raccontato in questi anni su Rainews24 e le ho trasformate in sette canzoni.

Racconto la storia di Yaya, rifugiato della Costa d’Avorio fuggito dalla guerra e nel viaggio per venire in Italia ha perso moglie e figli e per fortuna si è salvata la piccola Deborah, l’unica figlia che gli è rimasta. Parlo di Lisa, giovane e bella ingegnera (e talento della pallavolo), morta sul lavoro in un tragico incidente. Stefano Cucchi e la battaglia di verità e giustizia della sorella Ilaria. Federica Angeli e la sua lotta coraggiosa contro le mafie in un dialogo con il figlio sul valore della lotta contro la criminalità. Ilaria Alpi la giornalista Rai uccisa in Somalia mentre cercava la verità sui traffici di armi. Arianna, figlia di Ginevra, che le è stata sottratta e affidata al padre. Lei è un’insegnante amata e rispettata. E non può vedere la figlia da dieci anni a causa di un’assurda vicenda giudiziaria. E poi il Covid. Una canzone scritta mentre ero in giro tra le terapie intensive degli ospedali ed è un omaggio al coraggio del personale sanitario.

Un disco come ovviamente sapete ha dei costi e quindi ho lanciato sulla piattaforma Gofundme una raccolta fondi per autofinanziarlo che ha raccolto oltre 14mila euro in poche settimane (il crowdfunding è ancora attivo per chi volesse dare un contributo). I proventi del disco andranno ad Amnesty International, perché l’obiettivo non è guadagnarci ma usare la musica per raccontare alcune storie. Che sono personali ma collettive al tempo stesso. Perché la violenza contro le donne, le morti sul lavoro, i diritti umani negati, i giornalisti minacciati, le tragedie dell’immigrazione sono all’ordine del giorno. Bollettini di guerra quotidiani. E la musica, come cantava Bob Marley “può rendere gli uomini liberi”…

Fonte: “Il Fatto Quotidiano”